Se non fosse per la cinofilia di questi ultimi 30/40anni, che ha fatto di tutto per confondere il più possibile le idee agli appassionati di cani (ovviamente con lo scopo di creare un business di proporzioni spropositate), capire oggi cos’è realmente un cane da guardia sarebbe una cosa semplicissima per chiunque: è un animale che nel suo territorio non lascia entrare nessuno di sconosciuto! Senza tanti giri di parole e troppi discorsi complicati.
Uno degli aspetti più affascinanti della Natura è proprio quello di saper creare con estrema semplicità, che poi spesso l’uomo rovina, cercando di modificarli, con l'arroganza di ritenersi migliore della stessa Natura, dalla quale anche lui proviene.
Chissà quante migliaia di anni fa alcuni lupi si trasformarono in animali più domestici, che in seguito l’uomo avrebbe poi chiamato “cani”: ciò avvenne sicuramente in modo spontaneo e naturale ma secondo dei criteri ben definiti. Non fu certamente l’essere umano a creare il cane, bensì gli fu dato perche ne usufruisse, come tante altre cose che si è trovato a disposizione senza nemmeno capirne il perché e saperle apprezzare.
I primi lupi domestici iniziarono ad avvicinarsi agli accampamenti degli umani esclusivamente per mangiare gli scarti del loro cibo, solo i più forti sopravvissero alle avversità della vita e si accoppiarono fra loro creando una nuova specie capace di vivere al fianco dell’uomo e di rendersi utile, tutto questo senza pretendere nulla in cambio se non gli avanzi del suo pasto.
Se si vuole riflettere un attimo, è facile capire che, per vivere bene, il cane non ha bisogno di quanto si trova esposto in quei moderni “supermercati dell’inutile” che stanno nascendo ovunque, gestiti da personale che fa finta di essere esperto di animali. Il cane può vivere benissimo mangiando gli scarti di cucina di chi lo detiene, dormire sotto un albero o su un tappeto di fronte alla porta d’entrata ed essere portato a spasso legato a una semplice corda: lui non ha altre ambizioni se non quella di poter vivere la sua reclusione in compagnia di un padrone il più equilibrato possibile, tutto il resto è per lui inutile poichè non fa parte delle sue semplici esigenze di animale.
Chiunque non permetta al proprio cane di vivere allo stato brado come randagio, gli causa già una delle più grandi sofferenze, poiché non gli consente di soddisfare al meglio il suo istinto animale. Se poi, come avviene ormai da parecchi anni, cerca anche di umanizzarlo, diventa uno dei suoi peggiori carcerieri. L’animale “cane” non ha bisogno di cliniche veterinarie specializzate che lo sappiano curare quando si ammala, le sue aspettative di vita non hanno nulla a che vedere con quelle di noi uomini senzienti. Privarlo della sua legittima libertà di esprimersi a piacere è invece il più grande dolore che è destinato a sopportare vivendo al fianco dell’uomo.
Solo quando ha la grande fortuna di incontrare un padrone che non lo addestra, che non lo pretende ubbidiente, che non lo obbliga a cibarsi di palline colorate, che non lo sterilizza, che non lo vuole pulito e profumato e lo lascia vivere per l'animale che rappresenta, il cane si sente veramente felice e realizzato. Il resto non è altro che il solito perbenismo di chi si è ormai abituato a vivere con quell’ipocrisia di cui la nostra società è sempre più ammalata, tanto da far degenerare non solo gli uomini che la compongono ma anche gli animali che gli vivono al fianco.
LE ATTITUDINI DELLA SPECIE.
Facendo parte della famiglia dei predatori è normale che un cane difenda una preda appena cacciata o il cibo che gli è stato fornito dal padrone. (A tal proposito non c’è quindi idiozia più grande di chi si ostina a punire il cucciolo quando ringhia al proprietario durante il suo pasto quotidiano: si tratta di un istinto primario che non va mai soppresso, se si vuole instaurare un buon futuro rapporto con l’animale adottato. Non capisco perché molti “educatori” continuino a consigliare il contrario). Il motivo per cui tutti i predatori, a differenza di altri animali, difendono gelosamente il loro cibo, è perché non possono permettersi di farselo sottrarre da altri; infatti cacciare significa disperdere energie e la sopravvivenza in Natura di un qualsiasi essere vivente è data dalla semplice differenza fra le calorie ingerite durante il pasto e quelle spese per procurarselo. Se accade che l’animale spende più calorie di quante riesce ingerire, muore! (Ad esempio, gli erbivori, indipendentemente dalla specie, non hanno mai l’esigenza di difendere il loro cibo, poiché ne trovano ovunque e in abbondanza).
E’ quindi normale per una qualsiasi specie canina proteggere non solo il cibo che sta mangiando, ma anche le fonti da cui esso proviene, oltre al luogo dove sono presenti. Come il cane da pastore protegge il suo gregge, ovunque si sposti, perché rappresenta un’importante riserva di cibo che lui non intende farsi sottrarre dai concorrenti (altri cani o predatori), quello da guardia protegge l’abitazione in cui vive il suo padrone, perché è il luogo dove sono presenti le scorte di cibo delle quali usufruisce in parte anche lui.
A tutto questo va ancora aggiunta l’attitudine del maschio di proteggere il luogo dove si trova la sua femmina, con la quale intende soddisfare il suo istinto di riproduzione. Bisogna però considerare quali sono i soggetti della cucciolata che ritengono concorrenti anche gli esseri umani estranei e non solo gli animali, dato che molti cani considerano invece qualsiasi essere umano (anche se sconosciuto) come un potenziale datore di cibo e quindi utile per la propria sopravvivenza: tali soggetti non potranno mai rivelarsi idonei contro le intrusioni di malintenzionati, indipendentemente dalla loro razza d'appartenenza.
I RUOLI DI BRANCO.
Come le api sono state concepite dalla Natura per vivere raggruppate in sciami disciplinati da alcune regole ben precise, tutti i lupi e i loro discendenti cani, nascono unicamente per vivere all’interno di un branco, anch’esso caratterizzato da ruoli d'appartenenza ben precisi. In ogni branco di lupi, come anche di cani, i vari soggetti di ogni cucciolata nascono già con un ruolo ben definito e idoneo a soddisfare le esigenze di tutta la comunità. L’Alfa-capobranco svolge un compito ben preciso, i cacciatori un altro, i perlustratori un altro ancora e così via.
Nessuna femmina di cane partorisce i suoi piccoli perché le siano sottratti dopo soli 60/90 giorni, né tanto meno perché vengano separati dal branco originario e destinati a vivere in luoghi diversi, come avviene invece nel caso dei cani che si riproducono in cattività nelle case o negli allevamenti.
A questo punto, penso che sia facile capire come il RUOLO DI BRANCO a cui appartiene il cucciolo abbia una strettissima relazione con i risultati che l’animale potrà offrire in qualità di guardiano della proprietà. Allo stesso modo è semplice dedurre come sia completamente inutile cercare di addestrare un soggetto, creato dalla Natura per mansioni diverse, a svolgere il ruolo di difensore. Ad esempio, il soggetto Alfa-capobranco, che molti errando identificano come il più forte in assoluto, si manifesta spesso il più reticente a scontrarsi con gli uomini estranei, perché prevale il suo istinto di autoconservazione, essendo nato per riprodurre la specie e non per difendere il branco. Contrariamente, un altro, magari sottomesso allo stesso Alfa-capobranco, ma nato con il ruolo di cacciatore e quindi molto più votato a mettere a repentaglio la sua incolumità, si manifesterà un guardiano modello.
Durante la scelta di un cucciolo destinato alla guardia della proprietà, non si possono mai trascurare questi parametri che vanno sempre valutati dall'allevatore con grande attenzione ed esperienza. E’ pur vero che chiunque venda un “prodotto” possa inventarsi di tutto per tirare l’acqua al suo mulino ma, trattandosi di animali, se non si rispettano alcune leggi previste dalla Natura, non si potranno raccogliere altro che delusioni.
Anni fa, fui io a creare il concetto delle SCELTE CARATTERIALI (1a, 2a e 3a scelta) per contraddistinguere le attitudini dei cuccioli alla guardia. Oggi, come avviene ormai in tutti gli ambienti commerciali, c’è già chi propone soggetti di “1a scelta caratteriale” a poco prezzo (né più né meno di come si fa per i “ROLEX” taroccati). Ovviamente la loro qualità è molto diversa, perché la cosa più difficile non è mai far accoppiare due cani e produrre un po’ di cuccioli, bensì capirne le singole attitudini quando hanno solo pochi mesi: attitudine per la quale è necessaria un’esperienza che si acquisisce dopo aver allevato e selezionato migliaia di soggetti.
Fino a questo punto io non vi ho ancora mai parlato di RAZZE, poiché non c'entrano nulla con l’attitudine che un cane possiede a saper far bene la guardia al territorio dove si nutre e intende riprodursi.
LE BUGIE SELLE RAZZE.
Se l’uomo non avesse inventato le razze, come sarebbe riuscito a creare questo grande business che va avanti ormai da mezzo secolo? Non esisterebbero di certo gli enti nazionali e internazionali della cinofilia, i club di razza e i fanatici degli stessi, le esposizioni di bellezza, i giudici, gli allevatori, i pedigree, i libri, le riviste, i siti internet e molto altro ancora che produce reddito a migliaia di persone. Il cane continuerebbe a non avere mercato come fu per millenni di storia: le sue origini sono stimate dai 12.000 ai 36.000 anni fa, mentre il business della cinofilia esiste da meno di 50anni.
E’ assolutamente vero che adottando un qualsiasi meticcio al canile o un cucciolo da un pastore, esistono pochissime probabilità di portarsi a casa un guardiano capace di tenere fuori i ladri, ma è altrettanto evidente che la creazione di tutte le razze presenti oggi sul mercato, oltre a non aver risolto nulla in tal senso, ha anche causato una totale degenerazione della specie canina.
Quando le razze vengono mantenute in vita dall’uomo, è praticamente inevitabile che la specie canina perda gran parte delle sue caratteristiche originali, compresa l’attitudine di fare la guardia. Per creare una razza è necessario isolare alcuni capi, decidere gli accoppiamenti e cercare di raggiungere uno standard costante tanto da essere approvato e riconosciuto dagli enti preposti. Per poi riprodurre morfologie uguali fra loro, colorazioni stabilite, taglie e proporzioni costanti è assolutamente indispensabile allevare in consanguineità ripetuta nel tempo che non può far altro che alterare e peggiorare ogni aspetto naturale della specie canina (come avviene anche negli uomini) . E’ vero che anche nei lupi e nei cani randagi avvengono accoppiamenti in consanguineità, ma la vita condotta allo stato brado crea quell’inevitabile selezione naturale che promuove solo ed esclusivamente i soggetti più robusti, cosa che in allevamento non può avvenire, poichè non è più possibile per legge sopprimere i soggetti meno sani e poco dotati.
Sostenere che esistano razze generalmente più predisposte a fare la guardia di altre, può anche essere in parte ragionevole, ma credere di poter trovare il guardiano desiderato solo affidandosi ad una razza piuttosto di un’altra è un’assoluta ingenuità da parte degli acquirenti e una grande falsità da parte dei venditori.
La distinzione della specie canina in razze è senz’altro una grande pubblicità che serve agli allevatori, può essere considerata senza dubbi il pilastro portante di tutta la cinofilia commerciale, ma non offre la minima garanzia a chi deve adottare un soggetto per ottenerne un particolare lavoro.
Chi vorrà approfondire gli studi in tal senso, scoprirà facilmente che i soggetti più prestanti nelle singole discipline emersero sempre da incroci occasionali e non da cani di pura razza.
Nel libro “DOGS” scritto dai coniugi americani Coppinger, biologi ricercatori, parlando di cani da slitta (una loro antica passione) viene testualmente citato: “Perro, il miglior leader di sempre. Non era molto bello come Border collie, ma era un ottimo cane da gara e ha figliato altri cani da slitta. Ha lavorato con molti cani eccezionali, ma Perro è stato il cane che capita una sola volta nella vita. Me lo diede un professore di statistica, Jim Denton, perché non riusciva ad impedire a Perro di rincorrere le auto tutto il giorno". (Eppure Perro era una sorta di “Border collie”, probabilmente imbastardito con altri cani e non un Siberian Husky o un Malamute).
In egual modo, non esiste un solo vero pastore che vada in alpeggio e che si affidi a una particolare razza per difendere il suo gregge: lascia sempre che i cani s’incrocino liberamente fra loro, per poi tenere a difesa delle sue pecore solo i soggetti che risultano più predisposti al lavoro desiderato, anche se risultano ovviamente meticci.
Il pastore dell’Asia centrale, che io allevo e seleziono per la guardia alla proprietà e come cane Anti lupo (mansioni completamente diverse che richiedono soggetti con caratteristiche molto differenti), è stato da me scelto innanzitutto perché è considerato una razza pura solo in ambito espositivo, ma non sicuramente dai pastori che lo utilizzano nel continente da dove esso proviene. Laggiù nessuno si cura di quali siano i maschi che coprono le femmine in calore ed è proprio questa la ragione per cui, nel tempo, si ottengono molti soggetti capaci di sopravvivere ad ogni avversità.
Nel nostro stesso Abruzzo, terra del famoso cane da pastore Maremmano-Abruzzese, mentre gli allevatori si scannano fra loro a suon d’infinite polemiche sullo standard di razza, sulla forma più o meno originale della testa, il pelo, il colore e su altre mille frivolezze morfologiche, i pastori veterani (quelli veri), che ancora oggi salgono in montagna d’estate con le pecore, non disdegnano certamente d'incrociare i loro cani abruzzesi con altri meticci, sicuri di ottenere soggetti di gran lunga più tenaci e prestanti contro il lupo (e la stessa cosa fanno i pastori di tutto il mondo che ho conosciuto durante i miei viaggi di ricerca).
Tant’è che oggi si sta addirittura verificando questa situazione a dir poco ridicola: mentre gli allevatori, riconosciuti come ufficiali dall’ Ente Nazionale per la Cinofilia Italiana, fanno ogni sorta di convenzioni con le amministrazioni regionali per dotare i giovani pastori, ancora inesperti, di soggetti certificati come di "pura razza", garantendoli ideali per il problema delle predazioni in alpeggio, i vecchi pastori, quelli che in montagna ci salgono da intere generazioni, continuano ad imbastardire i loro cani al fine di creare nuove linee di sangue miste, molto più resistenti alla fatica ed efficaci contro i lupi.
E la stessa cosa si potrebbe dire per i cani da impiegare come buoni guardiani della proprietà contro le intrusioni dei ladri! La razza d'appartenenza non è fondamentale!
Da oltre tre mesi, gli Ispettori della FICG – Federazione Italiana Cani da Guardia, si sono messi a totale disposizione delle famiglie che vogliono verificare l’attitudine dei loro cani da guardia. Fino alla fine del 2015 saranno disponibili GRATUITAMENTE per effettuare un semplice Test caratteriale sui cani che molti hanno adottato per la protezione della famiglia.
Quante situazioni curiose si sono già verificate sino a oggi con proprietari che, assolutamente "sicuri" sulle doti dei loro animali, ci hanno scritto, quasi con senso di sfida, invitandoci a testare i cani che avevano in giardino!
Che mortificazione per la “cinofilia ufficiale” vedere così tanti Pastori Tedeschi, Rottweiler, Dobermann, Cani Corso, pastori dell’Asia centrale, del Caucaso, etc., molossi di ogni genere e tanti altri cani venduti come razze create ad hoc per la guardia, scappare dietro casa solo perché l’Ispettore, che stava dall’altra parte del cancello, si dimostrava un po’ minaccioso! Quanta amarezza provata da tanti proprietari che, credendo di possedere chissà quali guardiani, viste le promesse, le cose lette su internet, i pedigree, i titoli agonistici vinti dai genitori, hanno dovuto invece ricredersi appurando la palese inefficienza dei loro cani!
Sono comunque ancora pochi coloro che hanno già deciso di affrontare la realtà, volendo andare a fondo per vedere se i loro cani sono dei veri guardiani oppure no, la maggior parte dei cinofili e degli allevatori preferisce continuare a sognare, facendo addirittura finta che la nostra Federazione non esista. Tutto questo sta però diventando un po’ ridicolo, perché nella realtà attuale, dove molte famiglie sentono ormai la pressante necessità di vivere al sicuro, non serve più nascondersi dietro tanta burocrazia per vedere se un cane funziona contro l'intruso, oppure abbassa la coda e scappa via: il ladro si ferma solo di fronte a un cane che si dimostra abile a svolgere la sua mansione, non per la qualità del suo pedigree! E la "storia" che i buoni cani da guardia sarebbero anche pericolosi per la famiglia che li detiene, sta ormai facendo acqua da tutte le parti! I buoni guardiani sono altrettanto affidabili con i proprietari come i cani da compagnia, anzi, forse ancora di più!
Sarebbe invece molto importante che la gente iniziasse a capire che:
NON E’ MAI LA RAZZA CHE FA IL GUARDIANO, BENSI’ IL SINGOLO SOGGETTO E PER INTUIRE LE FUTURE DOTI DI UN CUCCIOLO DA DESTINARE ALLA GUARDIA, NON SERVE ALTRO CHE L’ESPERIENZA DELL’ALLEVATORE CHE, CON LA SUA DOVUTA PREPARAZIONE CINOFILA, DEVE SAPER OFFRIRE OGNI GARANZIA ALL'ACQUIRENTE.
La nostra FICG – Federazione Italiana Cani da Guardia è stata creata nel 2010 come concreta alternativa a tutto ciò che esisteva già nel mondo cinofilo, con lo scopo principale di assistere chi desidera avvalersi di abili cani da guardia per la protezione della casa e della famiglia che la abita.
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